Roma, hai questo di magico e solo chi ci vive tutti i giorni, confrontandosi con la vita caotica e frenetica, può comprendere il tuo fascino: sei la stessa da millenni, eppure ogni volta sembri sempre diversa.
Per capire questo tuo segreto, per entrare nella tua intima bellezza, per appropriarci di te, dobbiamo essere noi a fare uno sforzo piacevole: lasciarci andare, rallentare il ritmo, svuotare la mente, entrare quasi in uno stato ipnotico, onirico, tornare ad essere bambini curiosi.....
Ed ecco che uno dei mille motivi che questa città ti offre per uscire dai soliti schemi, si può trasfornare in una di quelle occasioni in cui torni ad essere il bambino che si sorprende ancora.
Una mia carissima amica mi invita alla presentazione del suo libro che terrà in via Margutta, la via degli artisti, il luogo caro a Federico Fellini e al suo grande amore.
Sono le 6 del pomeriggio, l'evento si tiene alle sette. Scendo dalla metro al Colosseo, deciso a proseguire con uno dei tanti bus che arrivano in zona Piazza del Popolo.
Di fronte il Colosseo, di lato i Fori Imperiali, intorno a me centinaia di persone che si stanno abbeverando all'unica fontana disponibile. Ma perché prendere l'autobus?
M'incammino lungo i Fori e superato il primo tratto, dove da anni ci sono i lavori della futura metro C, arrivo al cospetto della storia, il Foro Romano: sono secoli che quelle statue, quei templi, quelle colonne, quelle strade lastricate sono lì, eppure quando il sole sta calando, ti danno una sensazione di serenità, oltretutto rafforzata da una piccola band che suona, degli improvvisati ballerini si dilettano nelle danze.
Si procede e si arriva nel caos di Piazza Venezia, una grande rotonda e ci vorrebbe l'Albertone del "Vigile" per ripristinare l'ordine (e pensare che fino a non molto tempo fa c'era veramente un vigile sulla pedana a regolare il traffico). Per evitare la ressa del Corso, entro su Piazza Santi Apostoli, un'oasi di pace e tranquillità, dove la bella chiesa si contrappone al fasto del Palazzo Odescalchi.
Pochi metri ed ecco una di quelle sorprese che ti riserva Roma.
Una piazzetta e una Chiesa dove per distrazione, perché andavo di corsa, perché era chiusa, non avevo mai visitato. Questa volta entro e un tripudio di pareti e tetto affrescato catturano la mia attenzione. Non c'è nessuno in chiesa, solo 4 suore che stanno cantando le preghiere. Un momento di misticismo.
Esco e di fronte, prima di varcare un cortile bellissimo che ti introduce verso Fontana di Trevi, vedo quella porticina che mi fa tornare indietro di quasi 40 anni, quando studente la varcavo, alla fine degli spettacoli che si tenevano al Teatro Quirino per omaggiare gli interpreti.
Esco e mi fermo da "Baccano" uno dei tanti bar che hanno rivoluzionato negli ultimi anni il concept dei bar romani, portandoli a livelli più internazionali. Entro, ancora poche persone, musica lounge in sottofondo, mi rilasso bevendo un buon succo di frutta.
Si riparte e non posso non andare a rendere omaggio a lei, la fontana che incarna la bellezza, la sensualità e come tutte le donne belle e sensuali, non riesci a non guardarla, ad ammirarla, eppure l'ho vista tante volte.....
Attraverso il Tritone sempre pieno di auto, di autobus e di pedoni, passo davanti alla sede del PD, dove ci sono drappelli di giornalisti, per arrivare a Piazza di Spagna. Quante volte avrò fotografato la scalinata? eppure eccomi di nuovo a fotografarla come se se fosse la prima volta che sto al suo cospetto.
Sul piazzale oltre alle boutique griffate, trovi il parcheggio delle "botticelle" le carrozze trainate da cavalli che portano i turisti in giro per Roma. Una musica e una voce catturano la mia attenzione: un'artista di strada è lì ad esprimere il suo talento.
Arrivo in via Margutta ed è come entrare in un mondo tutto suo, fatto di edere, di terrazze, di finestre, di piccoli atelier, tutto molto soft.
Finito l'evento decido con una mia amica di andare al Vittoriano, dove si apre la stagione del Jazz in Terrazza. Ripercorriamo il percorso che già avevo fatto ma il venticello aiuta la camminata.
Arriviamo di nuovo al Foro Romano e la luna piena ci offre uno spettacolo ineguagliabile, andando a manifestare tutta la sua bellezza tra le colonne dell'antica Roma. Mi viene un groppo alla gola, tanto è intenso quello spettacolo.
Saliamo sulla terrazza del Vittoriano. Non si può accedere al concerto per l'alta affluenza (che aumenta quando è gratis) ma l'impossibiltà viene compensata dallo spettacolo che appare ai nostri occhi: i tetti, le strade di Roma viste dall'alto in una serata di luna piena, il Cupolone che sembra librarsi in cielo.
Vorremmo rimanere lì in contemplazione....
Scendiamo le scale, passando davanti alla Tomba del Milite Ignoto, e ai due soldati di picchetto, rigidi nella loro immobilità.
Ritorniamo su Piazza Santi Apostoli per fermarci all'Antica Birreria Peroni, un tempio della birra a Roma, un luogo che appartiene alla storia di questa città.
Entri, ti siedi e sembra che i camerieri ti conoscano da una vita!
Terminato di cenare, ci avviamo verso il parcheggio ma ancora la passeggiata ci riserverà delle sorprese: Fontana di Trevi vista prima di giorno, adesso vista di notte tutta illuminata e anche il viso delle persone si illumina al suo cospetto;
Piazza di Spagna, dove ora canta un'altra artista di strada, Via del Corso, finalmente libera dal caos e infine Piazza del Popolo, libera e lo sguardo mi va al Bolognese, famoso ristorante: donne belle ed avvenenti, uomini stile businessman, auto di grossa cilindrata.
Sembrerebbe che sia finita ma per festeggiare una bella, ricca passeggiata iniziata alle 6 del pomeriggio e conclusa quasi alla mezzanotte, dal Tevere arrivano musiche degli anni 70, da un barcone ormeggiato dove la gente cena e si diverte,
Roma sei sempre la stessa eppure mi sembi sempre diversa.
Santo David